La notizia che Apple ha stanziato un miliardo di dollari per la produzione di contenuti audiovisivi è l’ultima di una serie di importanti azioni strategiche che hanno visto protagonisti i più importanti colossi di Hollywood, Cupertino e della Silicon Valley.
Apple, che ha già intrapreso la strada della produzione con contenuti disponibili sulla Apple TV (che non hanno, però, riscosso il successo sperato), ha già strappato alla Sony Pictures due importanti dirigenti, Jamie Erlicht e Zack Van Amburg, responsabili adesso della gestione del budget che, per quanto enorme, è ancora piuttosto limitato rispetto alle cifre stanziate dalle major più note: basti pensare che HBO, che per ogni puntata di Game of Thrones spende all’incirca dieci milioni di dollari, ha un budget annuale di due miliardi, Amazon arriva a quattro e Netflix a sei.
Proprio Netflix è l’indiscussa protagonista dell’estate 2017. Dopo il duro colpo ricevuto dalla Disney, che ha deciso di ritirare tutte le sue produzioni dalla piattaforma con l’intenzione di crearne una propria, la società di Reed Hastings ha replicato mettendo a segno una serie di conquiste importanti: sono dei giorni scorsi le notizie di uno show di David Letterman, di un nuovo prodotto d’animazione di Matt Groening (creatore de I Simpson), di un accordo con la regina del drama TV Shonda Rhimes (Grey’s Anatomy e Scandal tra le sue creazioni, senza contare quelle finanziate dalla sua casa di produzione, Shondaland) e di una nuova serie a firma dei registi premio Oscar Joel e Ethan Coen. Tutto questo, però, non deve far sottovalutare l’abbandono della Disney, che rischia di diventare il più temibile avversario di Netflix: la più grande delle Big Six di Hollywood, infatti, oltre ai propri storici titoli d’animazione, possiede tutti i prodotti di marchio Marvel (tra cui i titoli di enorme successo Daredevil, Jessica Jones, Luke Cage, Iron Fist e il recente The Defenders), la rete generalista abc e il canale sportivo ESPN.
Netflix dovrà guardarsi anche da Zuckerberg, che ha annunciato recentemente la creazione di Facebook Watch: anche se al momento è una piattaforma simile a YouTube, Watch promette di essere un servizio streaming associato al social network più usato al mondo, che può quindi contare su una base di due miliardi di utenti. Senza contare che Facebook, in passato, ha dimostrato di saper ottimamente integrare modelli di business senza difficoltà (si veda il caso Snapchat).