Da gennaio a luglio 2017 in Italia sono stati venduti circa il dieci per cento in meno di apparecchi televisivi rispetto allo stesso periodo del 2016. Il crollo non è significativo come quello del 46% in Francia, ma è comunque indicativo della costante tendenza al ribasso registrata negli ultimi anni, che ha visto come unico breve periodo di risalita il 2016 in occasione del campionato europeo di calcio. Il volume degli affari è calato sensibilmente assieme alle vendite ma il mercato ha retto il colpo grazie all’aumento dei prezzi delle televisioni, con consumatori sempre più interessati alla risoluzione 4k che ha sostituito il full HD.
La crisi dei televisori è dovuta a diversi fattori, fra cui l’avvento di altri apparecchi tecnologici come tablet e smartphone e il moltiplicarsi delle modalità di fruizione, che consentono a ognuno di vedersi ciò che vuole in autonomia e in qualsiasi ambiente, oltre al successo dei servizi di streaming come Netflix, che incoraggiano il “binge watching” rilasciando film e serie tv complete.
Il televisore non ha del tutto perso la sua funzione di oggetto intorno al quale riunirsi, come dimostra il lieve aumento degli acquisti durante eventi sportivi e campionati calcistici. Le famiglie continuano ancora a tenere acceso l’apparecchio per più di un’ora al giorno e a pagare per piattaforme televisive come Sky che offrono un’ampia scelta di canali televisivi e una vasta selezione di contenuti on demand.