Dopo le voci che volevano la Disney fortemente interessata all’acquisto di numerosi asset della 21st Century Fox, nuove indiscrezioni rilanciate dai media americani mettono il gigante di Murdoch al centro di una contesa tra altrettanti colossi dell’audiovisivo: Comcast, Verizon, Sony e persino Amazon sarebbero interessate all’acquisto, dopo che le trattative con Disney (di cui comunque non si sono mai avute notizie certe) si sarebbero arrestate per ragioni di prezzo.
C’è da vedere come la Federal Communication Commission (FCC) prenderebbe un’eventuale fusione tra questi giganti. Sotto la guida del nuovo presidente Ajit Pai sono state abolite alcune norme ritenute ormai obsolete, in quanto i nuovi media del web garantiscono un alto livello di concorrenza, ma comunque questa deregolamentazione non ha di fatto impedito al Dipartimento di Giustizia americano di ostacolare fortemente un’altra fusione, quella in ballo da mesi tra AT&T e Time Warner. Si sospetta comunque un’ingerenza politica, dato che Time Warner è proprietaria di CNN, “nemica” di Donald Trump, e quindi per fusioni minori (Time Warner e AT&T insieme raggiungono la cifra astronomica di 84 miliardi di dollari) la FCC dovrebbe essere più accomodante. Specie per una realtà “minore” come Verizon, che conta 4,6 milioni di clienti nella sola costa est degli USA, contro i numeri di Comcast, di gran lunga maggiori.
Una fusione tra Comcast e Fox sarebbe, tuttavia, epocale tanto quanto quella, eventuale, con Disney: due dei sei più grandi studios di Hollywood (FOX e Universal Pictures) sarebbero uniti e la programmazione dei canali via cavo di Comcast diverrebbe tale da far impallidire lo stesso Netflix. Inoltre, l’accordo darebbe a Comcast, il cui mercato è concentrato quasi esclusivamente negli Stati Uniti, l’accesso a scenari internazionali quali l’India, dove Star (proprietà FOX) possiede ben 58 canali e, ovviamente, la quota del 39% di SKY in Europa. Non solo: Comcast avrebbe accesso alla quota di FOX nel servizio di streaming Hulu (The Handmaid’s Tale), di cui già possiede il 30%, andando a superare le quote di Disney e Time Warner, anch’esse al 30%.