Il contributo del cinema e dell’audiovisivo allo sviluppo economico italiano, la redditività del settore, le dimensioni e la natura della forza lavoro impiegata. Sono questi i temi affrontati dal Rapporto ‘Cinema e Audiovisivo: l’impatto per l’occupazione e la crescita in Italia’, prima ricerca condotta del Centro Studi di Confindustria per ANICA, presentato ieri a Roma alla presenza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Lo studio sottolinea innanzitutto la strategicità del settore per tutto il sistema Paese. Ogni euro di domanda aggiuntiva di servizi e prodotti audiovisivi italiani, infatti, attiva un aumento della produzione nazionale pari a 1,98 euro, di cui beneficiano diffusamente tutti i settori dell’economia. È questo il moltiplicatore di valore del cinema e dell’audiovisivo che è inferiore solo al settore delle costruzioni. Le imprese italiane, inoltre, si caratterizzano per una buona redditività operativa grazie ad un MOL (differenza tra fatturato e costi) del 20%, inferiore al livello tedesco ma allineato a quello francese. La produttività del lavoro, misurata in termini di valore aggiunto per addetto, risulta decisamente sopra la media europea: l’Italia è terza nella classifica continentale dopo Belgio e Germania e prima di Francia e Regno Unito.
Interessanti i dati relativi all’occupazione. Nelle imprese italiane di audiovisivo e broadcasting sono impiegati direttamente 61 mila addetti, ma il Rapporto calcola per la prima volta anche i posti di lavoro attivati nelle filiere connesse: circa 112 mila per un totale di 173 mila impiegati. Francesca Medolago Albani, Responsabile Pianificazione Strategica ANICA, mette in rilievo come il settore “sia caratterizzato da una percentuale di lavoratrici di 3 punti percentuali più alta rispetto alla media nazionale, 39% anziché 36% del complesso dei settori economici, ma anche da un’incidenza di under 50 pari al 77%, 4 punti percentuali in più rispetto alla media del 73%”.
L’apertura della presentazione del Rapporto è stata affidata al Presidente di ANICA Francesco Rutelli, secondo cui “delle trasformazioni epocali sono in corso nel nostro settore e l’Italia ha le capacità per affrontarle, come emerge dallo studio. Le industrie dell’audiovisivo chiedono certezze al governo e al Parlamento per poter investire e competere a livello internazionale di fronte ad aggregazioni enormi che rischiano di colonizzare il Paese”.
Vincenzo Boccia, Presidente di Confindustria, intervenuto con un videomessaggio, ricorda che “il settore audiovisivo è un comparto strategico per l’economia italiana, che ha bisogno di attenzione e che deve cavalcare le sfide del futuro, che sono innovazione, digitalizzazione e investimenti. Il cinema è un’industria che produce arte”.
“Le piattaforme video online stanno aumentando la competizione – ha aggiunto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte – e gli operatori tradizionali rischiano di trovarsi in difficoltà ma devono affrontare le sfide del futuro con fiducia e audacia, il governo è pronto a sostenerli. L’alto valore aggiunto delle produzioni audiovisive rende conveniente per il sistema Italia nel suo complesso favorire questo settore”.
Di fondamentale importanza per tutta la filiera sono i contributi degli enti locali. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti è intervenuto affermando che “è in atto una nuova stagione di politiche locali per la valorizzazione del territorio. Con un investimento di circa 22 milioni di euro il Lazio è la prima regione italiana in termini di sostegno all’industria del cinema e la seconda in Europa dopo quella di Berlino-Brandeburgo e prima dell’Île-de-France, la regione di Parigi”.
È stato infine accolto con un caloroso applauso dei presenti l’annuncio del Sottosegretario di Stato per i Beni e le Attività Culturali Lucia Borgonzoni sull’apertura entro fine mese di una nuova finestra del tax credit. “Quando chiedo l’aumento del tax credit è perché il settore dell’audivisivo va bene ed è giusto aiutarlo a investire”, ha affermato.