Harvey Weinstein, influente produttore cinematografico statunitense e vincitore dell’Oscar per il miglior film con Shakespeare in Love (1999), è stato accusato di molestie sessuali da alcune attrici di Hollywood (tra le quali Ashley Judd e Rose McGowan). A seguito dello scandalo è stato poi licenziato dalla società che aveva co-fondato insieme al fratello Bob, la “The Weinstein Co.“.
Il New York Times ha pubblicato una lunga inchiesta dalla quale è emerso che oltre alle molestie, Weinstein aveva anche pagato diverse donne perché non lo denunciassero.
L’8 ottobre il New York Times torna a parlare di Weinstein: come mai così poche personalità del patinato “mondo dello spettacolo” di Hollywood, che si è sempre professato progressista, liberal e femminista non hanno espresso pubblicamente solidarietà alle donne molestate? Da parte loro, nessuna parola è stata spesa riguardo l’accaduto, neanche dopo un’esplicita richiesta. L’articolo del famoso quotidiano è quindi diretto a tutti coloro che, in altri contesti e di fronte ad accuse simili rivolte ad altri, avevano invece preso posizioni molto chiare e nette.
Oltre a Rose McGowan e Ashley Judd hanno preso posizione alcuni personaggi come Lena Dunham, Amber Tamblyn, Brie Larson, Seth Rogen, oltre a diversi produttori.