Nella cinquina degli Oscar per il miglior documentario, quest’anno è stato Icarus ad aggiudicarsi la statuetta d’oro, concorrendo contro Abacus: Small Enough to Jail, Faces Places, Strong Island e Last man in Aleppo.
Il documentario, diretto da Bryan Fogel e prodotto da Dan Cogan per Impact Partners Film, riporta la storia dello scandalo del doping nello sport russo. Partito da ben altre intenzioni, Icarus è diventato un accurato resoconto della vicenda russa. Il progetto iniziale di Fogel era infatti quello di raccontare quanto fosse facile doparsi per un ciclista amatore come lui. Il regista aveva contattato il medico del laboratorio antitdoping russo per iniziare un vero e proprio programma di somministrazione di doping su sé stesso, ma durante le riprese partì l’indagine della WADA (Agenzia mondiale antidoping) sull’uso di sostanze stupefacenti da parte di atleti russi. Da lì Fogel decise di riportare la storia di uno dei più grandi scandali dello sport, causa dell’esclusione della Federazione Russa dalle ultime due Olimpiadi.
Il documentario è stato inoltre acquistato da Netflix per 5 milioni di dollari ed è disponibile sulla piattaforma.