Futuro roseo per il video on demand. È quanto risulta dal Rapporto ITMedia per il periodo 2018-2021 che ha previsto una crescita media annuale del 12%.
Nel Regno Unito, il 43% delle case possiede almeno un abbonamento a servizi di streaming video on demand. Se è vero che nel resto dell’Europa Occidentale la crescita è un po’ più lenta, è anche vero che, secondo il rapporto ITMedia, nei prossimi 4 anni la percentuale di penetrazione dei servizi on demand è destinata a aumentare del 12%: si passerà dai 6.2 agli 8.8 miliardi di euro.
L’incremento interesserà soprattutto lo streaming video on demand e cioè le piattaforme Netflix e Amazon, ovvero i servizi a tariffa flat e accesso all’intero catalogo. Amazon poi ha anche legato il suo servizio Svod al suo e-commerce.
Dall’anno scorso, i servizi di streaming video si sono affermati soprattutto nel Regno Unito, in Germania e in Francia. In Italia, la penetrazione di video on demand nel 2018 è del 10% e nel 2021 sarà quasi raddoppiata, raggiungendo secondo il rapporto ITMedia il 18%. I dati del rapporto sono preoccupanti soprattutto per la pay tv tradizionale: la scelta di rinunciare ai pacchetti più costosi in favore dei bassi costi dei nuovi servizi interesserà sempre più italiani.
In Germania, la partita anti-Netflix è già iniziata: il broadcaster tedesco ProSiebenSat, per esempio, si è alleato con Discovery, estendendo l’invito anche a Rtl, Ard e Zdf. Per quanto riguarda il mercato italiano, il Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio sul blog del Movimento Cinque Stelle ha fatto un appello ai due maggiori broadcaster nazionali, Rai e Mediaset, affinché uniscano le forze contro gli OTT.