Audiovisivo ed editoria, i due mondi si rafforzano a vicenda. Ecco cosa succede al libro quando va in onda la serie tv.
Le fiction fanno lievitare gli acquisti dei libri da cui sono tratte. È quanto emerge dall’indagine «La serialità televisiva, la lettura e l’acquisto di libri», realizzata da IE-Informazioni Editoriali e dall’Ufficio studi AIE, l’Associazione Italiana degli Editori. Otto i titoli presi in esame nel loro andamento delle vendite nell’arco di dieci anni, dal 2009 al 2019, in librerie e negozi online (Amazon escluso). Si tratta di Gomorra e Il trono di spade per Sky, The Man in the High Castle per Amazon Prime Video, Il Commissario Montalbano, L’amica geniale e Il nome della rosa per la Rai, Suburra e Tredici per Netflix.
Tutti questi libri mostrano uno aumento delle vendite nei vari canali trade proprio in occasione della messa in onda della trasposizione audiovisiva, sia essa in televisione o attraverso una piattaforma streaming. Emblematico il caso de Il nome della rosa: considerato 100 come valore base, le vendite del best seller di Umberto Eco erano a quota 40,62 nell’ultimo bimestre del 2018 per poi schizzare a 100 nei mesi di programmazione della fiction su Rai 1, superando addirittura il precedente picco che era stato raggiunto nel 2016 alla morte dell’autore. Come spiega sempre il report dell’AIE, finita la trasmissione della serie tv non svanisce il loro effetto traino: anche nei mesi successivi, infatti, le vendite si mantengono costanti sugli stessi alti livelli del periodo di diffusione. Basti pensare a Gomorra, che passa da 12,81 a 11,69 con la prima stagione e da 17,77 a 11,47 con la seconda, sempre fatto 100 il parametro di riferimento.
La sete di storie c’è, eccome. Ma in che modo si soddisfa? Gli italiani di età compresa tra 15 e 75 anni dichiarano di usare sempre più “porte” per entrare nei mondi e negli universi narrativi. Nel 2018 ai primi posti restano le serie trasmesse dalla tv in chiaro (79%), i libri (58%) e i social autoriali (51%). Reggono bene anche le sale cinematografiche (46%) anche se a registrare la maggiore crescita sono le serie da una pay tv (43%, oltre sei punti percentuali in più rispetto al 2017). Ad accedere a contenuti narrativi tramite pay tv sono maggiormante i giovani, nel dettaglio: il 51% tra i 15-17enni, il 66% tra i 18-24enni e il 53% tra i 25-34enni.
Dallo studio dell’AIE si scopre, inoltre, che gli appassionati di fiction tendenzialmente leggono di più. Solo il 32% delle persone che seguono serie televisive, infatti, si dichiara “non lettore di libri”, cifra nettamente inferiore alla media nazionale del 43%. Da sottolineare poi la loro maggiore propensione alla multimedialità: il 31,6% legge solo libri cartacei mentre in media lo fa ben il 35% della popolazione e il 4,3% compra solo e-book (media nazionale: 3%).