Hanno vinto per la loro originalità, per la qualità e per l’energia che hanno trasmesso alle giurie predisposte a dichiarare il miglior progetto. Sulla terrazza dell’Hotel Boscolo sono stati nominati i vincitori delle opere presentate nella prima edizione di MIA, Mercato Internazionale dell’Audiovisivo.
A consegnare i premi il Direttore di Mia Lucia Milazzotto, Riccardo Monti Presidente di Ice, Roberto Olla Executive Director di Eurimages e Diamara Parodi Delfino MIA Project Manager.
La giuria Eurimages, composta da Irena Strzałkowska, Ed Guiney e Stefano Massenzi, è stata colpita dalla diversità dei progetti di MIA New Cinema Network di quest’anno. La notevole selezione ha mostrato un’ampia varietà di culture, generi e tematiche e ha sottolineato la vitalità del cinema europeo. Una scelta non semplice quella della giuria, che ha deciso di assegnare una speciale menzione al progetto Hilal, Feza and other planets di Kutlug Ataman. I giurati sono rimasti sorpresi dal coraggio, dalla vivacità e dalla contemporaneità che l’autore ha avuto nell’affrontare i temi della tolleranza e della libertà di espressione alle porte dell’Europa.
L’Eurimages Co-production Development Award 2015 di 20 mila euro è andato invece a Just Like My Son di Costanza Quatriglio prodotto da Andrea Paris. La giuria è stata coinvolta dal ritratto delle difficoltà che deve affrontare chi è appena arrivato in Europa da luoghi meno favoriti e più pericolosi del mondo, ricordando come molte generazioni di europei abbiano dovuto emigrare per trovare una vita migliore.
Look Up di Fulvio Risuleo – prodotto da Donatello della Pepa – e My Body Will Bury You di Giovanni La Pàrola – prodotto da Olivia Musini – sono invece i vincitori del Premio MIA di questa prima edizione. La giuria MIA per i progetti cinematografici di finzione, i cui membri sono Matthew Baker, Iole Giannattasio e Anne Lai, ha apprezzato l’elevata qualità e diversità dei progetti con partecipazione italiana nella selezione di MIA New Cinema Network e Make it with Italy. Ai due progetti, che si sono distinti per originalità e visionarietà, è andato il premio MIA di 15 mila euro ciascuno.
Look Up è stato premiato per la freschezza del linguaggio e la capacità di rappresentare con una voce unica un mondo parallelo sopra i tetti di Roma. Una piacevole e appassionante avventura in un microcosmo fantastico fatto di personaggi sorprendenti e storie surreali raccontati con realismo ed equilibrio.
L’altro progetto vincitore è My Body Will Bury You, una storia di vendetta che rivisita i cliché del Western, con uno stile nuovo, fresco e dinamico focalizzato su nuovi eroi: un gruppo di donne-bandito che travolge il sud dell’Italia nel XIXesimo secolo. Una storia audace ed ambiziosa, raccontata con stile e immaginazione e che fa pieno uso delle possibilità che solo il cinema può offrire. A questi si aggiungono anche i premi IDS assegnati per lo sviluppo di progetti di documentario presentati agli Italian Doc Screenings. I vincitori sono stati selezionati da una giuria internazionale composta da Catherine Olsen, Markus Nikel e Christian Popp. Un premio di 5000 euro è andato a Souls of Syrians di Matteo Bastianelli e prodotto da Stefano Perlo Ouvert, per l’approccio personale del regista nel seguire la storia di un giovane profugo siriano che cerca salvezza in Europa. Dopo un anno in un campo profughi egli viaggia illegalmente alla ricerca di suo cugino già in Germania da qualche tempo. Ha un sogno e vuole diventare un fotografo e tornare a casa. Quello che ha reso questo progetto unico è la relazione tra il regista che è anche un noto fotoreporter ed il protagonista che impugna lui stesso una macchina fotografica per raccontare la sua vita in Siria e il suo avventuroso viaggio attraverso l’Europa.
L’altro premio di 5000 euro è andato a Happy Winter di Giovanni Totaro un esordiente regista scelto per l’approccio cinematografico e l’energia di un progetto che ha le potenzialità di diventare un lungometraggio documentario di successo in Italia e all’estero. Una storia ambienta sulla spiaggia palermitana di Mondello le cui cabine non sono incluse nella mappa di Palermo ma esistono da più di un secolo ed ogni anno sono costruite per accogliere i proprietari dal 15 giugno al 15 settembre. Da generazioni questi affittano il loro angolo di paradiso chiamato “Capanna”. Con la giusta scelta dei personaggi, la giuria ha ritenuto che il film possa offrire uno straordinario spaccato di una piccola ma rappresentativa comunità.
La commissione esaminatrice ha deciso anche di premiare con un riconoscimento speciale altri due progetti presentati: The Killer and The Butterfly di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman – un documentario che ci porta nella particolare atmosfera di una palestra di box napoletana – e Wikimania Esino Lario di Lorenzo Faggi e Chiara Campara – un documenatrio che esplora quello che succede in un piccolo villaggio rurale quando viene invaso da mille wikipediani.