Lo split payment è il nuovo meccanismo fiscale di liquidazione dell’IVA introdotto dalla Legge di Stabilità 2015, e si applica nei rapporti tra imprese private e Pubblica Amministrazione. Fu un provvedimento pensato per frenare l’evasione dell’IVA, facendo sì che l’Ente Pubblico pagato con fattura dovesse trattenere l’IVA per poi versarla direttamente all’Erario. Ma con il Decreto Legge 50/2017, dal primo luglio questo provvedimento sarà esteso alle società controllate direttamente dalla Presidenza del consiglio dei ministri e dai Ministeri, e alle società quotate inserite nel Ftse Mib, «quindi sia Rai, sia Mediaset », come ha sottolineato con giustificato allarme Giancarlo Leone, il presidente dell’Associazione Produttori Televisivi.
«Molti miei associati – ha proseguito Leone – si stanno interrogando sull’opportunità di rivolgersi alla Corte di Giustizia europea. Questa norma rischia di strozzare l’industria dell’audiovisivo italiana. Il problema è che in questo modo gli investimenti punteranno su Paesi che non hanno vincoli come i nostri». A impensierire i produttori tv è soprattutto l’inserimento in questo novero di beneficiari dell’emittente di Stato, che ha iniziato a inviare lettere ai produttori indipendenti in questo senso. Per Leone «siamo davanti a una situazione paradossale: con una mano lo Stato dà e con l’altra toglie». Il riferimento è al meccanismo del tax credit, valido anche per l’audiovisivo.
Attualmente, infatti, i produttori possono utilizzare il tax credit maturato per la realizzazione delle opere audiovisive al fine di compensare i debiti Iva conseguiti all’emissione di fatture per contratti di produzione sottoscritti con Rai. Ma con lo split payment viene in sostanza vanificato questo uso del tax credit (le cui aliquote sono state aumentate, in funzione di alcune caratteristiche, fino al 30%) a compensazione dei debiti; e dunque viene a mancare anche una sorta di autofinanziamento. Peraltro le attività dei produttori sono strutturalmente a debito Iva, dato che usano in modo significativo la forza lavoro non soggetta a Iva.
«La speranza – conclude Leone – è che il Governo intervenga in maniera appropriata nel decreto applicativo del Mef che dovrà essere emanato. Soggetti come Rai, soprattutto, ma anche Mediaset, vanno esclusi. Il non intervenire sarebbe un pessimo segnale», soprattutto ora che «il Mibact con la Legge Franceschini e i decreti attuativi sul tax credit si pone l’obiettivo di generare valore e di rendere più competitive e solide le imprese italiane di produzione di cinema e di serie televisive».